Dopo mesi di lavoro, test con i nostri clienti, migliaia di studenti e innumerevoli revisioni, esce finalmente il nuovo Personal Branding Canvas: ben 10 anni dopo la prima edizione!
Ne abbiamo ampiamente parlato qui.
Con il Canvas abbiamo riprogettato anche tutto il resto del Toolkit.
L’attività è stata co-progettata insieme a Matteo Bandi, designer italiano basato a Londra e specializzato nella user interaction design e nelle interfacce digitali, soprattutto per app mobile e startup. Proprio il motivo per cui l’ho scelto!
Matteo è stata una rivelazione. La sua capacità di mettere rapidamente a terra e fare degli stress test agli strumenti, ci ha permesso di raggiungere un risultato inatteso. Abbiamo eseguito insieme un vero e proprio processo di Design Thinking, analizzando i bisogni degli utenti, inclusi i nostri, le innumerevoli possibilità applicative e stilando innumerevoli prototipi. Siamo partiti dalle migliaia di utenti e utilizzatori e dai loro feedback, dagli apprendimenti fatti durante le applicazioni digitali e cartacee. Abbiamo considerato i vincoli legati alla dimensione del carattere, all’uso dei Post-It digitali e cartacei e all’utilizzo in modalità di coaching, auto-consulenza e formazione.
Ho pensato di far raccontare direttamente a Matteo alcuni dettagli del progetto:
Come mai ti sei interessato al progetto?
Come progettista, in particolare nel settore creativo del 2022, la missione di conoscersi e saper parlare di se è una priorità. Spesso però, il tentativo di trovare strumenti di supporto in questa missione si conclude velocemente, con una miriade di tab aperti nel browser, e solitamente disconnessi fra loro in maniera sia formale che funzionale.
La missione di Luigi e di BigName è proprio quella di creare una nuovo set di strumenti, coordinati e ottimizzati, che supporti individui come il sottoscritto ad innovare la propria carriera e lavoro in maniera sostenibile. L’opportunità di collaborare con Luigi, in particolare nella speranza di facilitare una progettazione rivolta alla semplicità d’uso e al supporto di notevoli sforzi cognitivi estremamente personali (delicati nel caso di un processo di analisi personale dettagliato come quello offerto da Luigi), è stata una sfida personale e un piacere che ho accettato con entusiasmo!
Perché hai sviluppato quel tipo di icona?
Nella ricerca della massima semplicità, mi sono chiesto in primo luogo quale fosse il valore delle icone nella versione precedente degli strumenti. Generalmente, una “icona” è utilizzata a cavallo tra formalità e funzionalità per sintetizzare visivamente un concetto, rendendolo velocemente accessibile. Nel caso di Personal Branding, i vari “concetti” sono innumerevoli, astratti e spesso complessi. Ho ritenuto che il tentavo di supporto alla lettura tramite le icone rischiasse, proprio al contrario, di aggiungere complessità alla navigazione degli strumenti.
Le nuove icone, ridotte drasticamente in numero, sono state progettate con tratti visivi più leggeri e (spero) meno affetti dall’evolversi dei trend di stile. Durante i primi scambi di pensiero assieme a Luigi, la riflessione su come questi tools facilitino un processo estremamente personale (dalla quale anche il cambio dall’uso di “tu” ad “io” nei testi) ha influenzato la creazione delle nuove icone. Proprio per questo abbiamo abbandonato le concettualizzazioni astratte precedenti e introdotto una figura umana nella speranza di riflettere il valore personale degli strumenti.
Come mai hai scelto questi Font?
I font sono stati scelti per due ragioni. La prima è stilistica: il processo di ottimizzazione e semplificazione dei tools mi ha lasciato con il compito di trovare una soluzione per garantire l’unicità stilistica dei vari strumenti. Il font Lexend Exa Pro (per i titoli) ha un ottimo bilancio tra l’aspetto decorativo e il volume abbondante ma geometrico. DM Sans, usato invece per i testi, è stato scelto per la sua leggibilità che non compromette il suo look rilassato.
La seconda ragione è invece puramente tecnica: entrambi i font sono forniti dalla piattaforma di Google Fonts. Per quanto poco sorprendente, bisogna considerare che gli strumenti in versione digitale esistono su Google Slides, che ovviamente incorpora i Google Fonts. Grazie a questa integrazione, gli strumenti possono essere condivisi, in versione aperta ed editabile, senza il classico problema del “font non installato”!